Scopo del 2° Convegno internazionale sull’araldica è portare all’attenzione della comunità scientifica quelle situazioni araldiche definibili “di periferia”, o in ogni caso tali da rivestire oggi un carattere di marginalità o di oblio, specialmente qualora ciò contrasti con la qualità dei contenuti estetico-formali e della vicenda storica di cui offrono testimonianza.
É indispensabile precisare che il concetto di “periferia” va inteso nel significato più ampio di frontiera, confine, isolamento, e non certo nella valenza negativa di banlieue o di luogo deteriore: da ciò il Convegno si attende che l’esame di situazioni araldiche “periferiche” comprenda indifferentemente emergenze fisiche (e quindi geografiche) o virtuali (e perciò concettuali).
Sabato 05 ottobre 2019
presso
Buggiano (PT), Palazzo Pretorio
***
Apertura del Convegno
ore 9.00 – accoglienza e registrazione relatori
ore 9.30 – inizio lavori, prolusione e presentazione
Prima parte – Dal generale al particolare (modera Filippo Gianchecchi)
ore 9.45 – Araldica in periferia, stemmi di frontiera: alcuni semplici esempi
Intervento in estemporanea con esempi di vario genere.
– Favero dottor Roberto Vittorio (argh)
ore 10.00 – Uno stemma è per sempre. L’araldica alla periferia della vita, e oltre
Un dato di fatto, tanto ovvio quanto banale, vede l’araldista di oggi studiare stemmi spesso relativi a titolari scomparsi. L’araldica è quindi la scienza dei contenuti formali e storici che arrivano alla periferia della vita del singolo, e la oltrepassano per renderne testimonianza. Da quest’evidenza derivano fili rossi che vanno dalla vanitas vanitatum all’emblematica delle pompe funebri, dalle figure araldiche connesse alla Nera Signora agli stemmi per Essa inventati talora da eccelsi artisti.
– Gorra Maurizio Carlo Alberto (aih)
Ricercatore del Centro Studi Araldici e membro associato dell’Académie Internationale d’Héraldique, studia la materia dal 1979 come autodidatta. Ha creato una biblioteca di oltre seimilacinquecento titoli (cartacei e PDF) e un archivio basato su osservazioni dirette del territorio; collabora con università, musei, comuni, scuole, enti privati, studiosi; svolge attività didattiche, redige testi propri e contribuisce ad altri; partecipa e organizza convegni, conferenze, comitati scientifici; realizza stemmi, motti e ricerche araldiche.
ore 10.15 – Fonti battesimali con stemmi nella diocesi di Verona
La ricerca costituisce un censimento dei fonti battesimali con stemmi esistenti o documentati nella diocesi di Verona. Si tratta di sedici manufatti tra i circa duecento noti dal VI al XX secolo, tutti, con una sola eccezione, appartenenti a parrocchie extraurbane, e realizzati tra il XV secolo e il 1601. Gli stemmi si riferiscono a privati o al clero che gestiva la chiesa (come singola persona o come ente nel suo complesso) o ad enti pubblici; talvolta queste diverse categorie risultano associate tra loro.
– Musetti dottoressa Silvia
Dottore di ricerca (2012) in storia dell’arte medievale, già titolare di assegni di ricerca post-doc all’Università degli Studi di Verona, è borsista con una ricerca su San Giorgio Maggiore a Venezia. Privilegia lo studio di sculture, architetture e pitture del periodo X-XIII secolo, in particolare d’area veronese. S’è occupata di epigrafia tardoantica e medievale, il che l’ha avvicinata all’araldica. É autrice di ventisei contributi editi in volumi o riviste scientifiche.
ore 10.30 – Dalla periferia al centro: una fortunata decifrazione. Lo stemma scaligero nei graduali trecenteschi del Duomo di Salò
Salò, doppia periferia fra Venezia-Verona e Milano-Brescia, offre un suggestivo studio sui Graduali, di provenienza ignota, giunti al Duomo nel 1448. Assonanti per stile con la produzione miniatoria di tarda età scaligera, mostrano provenienza veronese grazie a uno stemma abraso e un medaglione: il primo, analizzato con riprese multispettrali, svela l’attribuzione ai Della Scala aprendo la lettura del secondo come emblema di Antonio, ultimo signore di Verona e probabile committente dei volumi.
– Bolpagni dottoressa Federica
Specialista in Beni Storico-Artistici, laureata con lode in Storia dell’Arte Moderna a Parma, si è occupata di tematiche relative alle aree a cavallo tra Veneto, Lombardia e Trentino, trattandone con pubblicazioni e partecipazioni a convegni e conferenze. Specializzata in Beni Storico-Artistici (tesi di Storia della Miniatura), ha ideato e curato per il Museo di Salò un lavoro con tecniche avanzate sui graduali del Duomo, sfociato in una pubblicazione che ne documenta anche i dettagli araldici.
ore 10.45 – discussioni
Seconda parte – Alpi e Toscana (modera Maurizio Carlo Alberto Gorra)
ore 11.00 – Signa in nive. Tre stemmi di periferia in Valle Sabbia: considerazioni sull’attuale “capacità di percezione” araldica
Utilizzando la locuzione “araldica di periferia” l’autore intende sottolineare non solo un concetto geografico, ma anche riferirsi alla residuale capacità di percepire segni ed emblemi da parte della società odierna, in special modo quel particolarissimo “segno” che è lo stemma. Per tentare quest’impresa, esamina in maniera analitica le sorti di tre armi presenti in Valle Sabbia, il territorio prealpino bresciano confinante con il Trentino Alto-Adige.
– Bianchetti Fabio
Si occupa di araldica e genealogia da diversi anni, e disegna stemmi. Ha trascritto per il prof. L. Borgia (AIH) una sua lectio magistralis, ha creato il blog “Quaderni Araldici” e un gruppo Facebook, “Il caffè araldico”, ha uno spazio nel sito Academia.edu. É particolarmente interessato all’arte e scienza del blasone, che studia con l’assistenza di Maurizio Carlo Alberto Gorra (aih). Nel 2017 è intervenuto al 1° Convegno Internazionale sull’Araldica con una relazione su Papa San Paolo VI.
ore 11.15 – Decifrazione araldica di un’impresa pittorica cinquecentesca nell’oratorio di San Rocco a Gaglianico
La decorazione pittorica cinquecentesca dell’abside dell’oratorio di San Rocco a Gaglianico, in periferica terra biellese, contempla la presenza di due stemmi raffiguranti ciascuno un’alleanza matrimoniale. La decifrazione effettuata ha permesso di rintracciare la committenza di quest’impresa pittorica, eseguita in due tempi e da due diverse mani. Le ridipinture su uno dei due stemmi hanno reso la lettura iconografica e araldica ancora più intrigante.
– Ghiraldello dottoressa Claudia
Dottore in Lettere Moderne, esperta d’arte per il Tribunale di Biella, direttore del Museo “P. G. Crida”, Presidente del Centro Culturale “Conti Avogadro di Cerrione”, membro del Direttivo della Società Italiana di Studi Araldici. Realizza testi e foto di libri e saggi a tema storico-artistico, di articoli su bollettini e riviste. Tiene conferenze, partecipa e cura convegni non solo nazionali, e mostre d’arte. Ricerca le testimonianze del passato mediante sopralluoghi e visite ad archivi storici.
ore 11.30 – Araldica di confine in una fortezza di confine: gli stemmi scolpiti nella fortezza di Exilles in valle di Susa
Due stemmi a bassorilievo sono presenti all’interno della fortezza di Exilles in Val di Susa, già antico castello del Delfinato al confine col Ducato di Savoia, che se ne impadronì nel 1708. Provenienti dal castello quattro-cinquecentesco, sono sopravvissuti alle diverse riedificazioni del sito. Lo studio ne rettifica l’attribuzione finora seguita, ritenendo che uno sia lo stemma di Francesco di Lorena, duca di Guisa, e che l’altro che sia lo stemma del Delfino di Francia Francesco, figlio del re Enrico II.
– Offman dottor Attilio
Classe 1961, socio del Centro Studi Piemontesi e della Società per gli Studi storici, archeologici e artistici della provincia di Cuneo, si è occupato di araldica nei ducati di Parma e Piacenza pubblicando più volte in argomento e redigendo blasoni, note e introduzione storico-araldica sulla formazione dello stemmario ottocentesco dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio. Nel 2017 ha relazionato su un monumento araldico del XV secolo nell’ambito d’un convegno nel Cuneese.
ore 11.45 – Il “giacimento” di araldica dei gioiellieri Musy: raffigurazione e utilizzo dei blasoni in oreficeria-gioielleria
Gli orafi-gioiellieri Musy di Torino sono stati fin dalla fine del XVIII secolo fornitori di Casa Savoia, rimanendo tali fino al 1942. Tra i documenti di archivio conservati, oltre a stemmi reali, risultano più di un centinaio di blasoni di nobili famiglie italiane, soprattutto piemontesi e liguri. Oltre a questi blasoni conservati per utilità, vi sono disegni di oggetti preziosi che contengono un’arma in funzione decorativa oltre che di status, interessanti da indagare per materiali e tecniche.
– Lenti dottoressa Lia
Storica dell’arte, e autrice in particolare di monografie e saggi sulla storia del gioiello. In questo campo ha ideato e curato convegni e mostre in Italia e all’estero, ha partecipato a prestigiosi comitati scientifici, ha esperienze di catalogazione di collezioni private e raccolte museali. Ha maturato esperienze didattiche in ambito universitario, di perfezionamento e peritale; svolge consulenza in campo antiquario.
ore 12.00 – Gli stemmi dei palazzi pubblici della Valdinievole: spunti per la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio storico locale
La Valdinievole è da sempre terra di confine fra le aree fiorentina e lucchese, peculiarità conservata e tipizzata dalle “castella”, nuclei abitati collinari con ruolo di aggregazione, controllo del territorio e relativa autonomia amministrativa. L’esame del corredo di stemmi dei palazzi pubblici di Massa e Cozzile, Montecarlo, Montecatini alto, Montevettolini, Pescia, Serravalle, Uzzano, indica cosa approfondire (censimento fotografico, concordanze fra i personaggi, aspetti stilistici) per studiare l’evoluzione storica del territorio.
– Giannessi dottoressa architetto Barbara
Architetto, docente di Storia dell’arte nella Scuola Superiore, esperta e appassionata nelle tematiche della Conservazione e Valorizzazione dei Beni Culturali. Laureata con indirizzo Restauro presso l’Università di Firenze, e specializzata in Storia, Analisi e Valutazione dei Beni Architettonici e Ambientali. Ha svolto attività per enti pubblici e privati. Libero professionista nel settore Restauro, cura consulenze e censimenti, e ha condotto interventi fra i quali quello sulla casa natale di Leonardo.
Terza parte – Buggiano e non solo (modera Maurizio Carlo Alberto Gorra)
ore 12.15 – Un affresco inedito di Ulisse Ciocchi a Borgo a Buggiano e lo stemma in esso contenuto
Nel palazzo comunale di Borgo a Buggiano, già convento delle Benedettine di Santa Marta, vi sono affreschi di fine Cinquecento fra cui un Cristo e la Samaritana al pozzo ascrivibile a Ulisse Ciocchi da Monte San Savino, attivo anche a Pistoia e in Valdinievole. Nell’affresco è presente uno stemma del quale verrà illustrata l’appartenenza. Il Ciocchi spesso inserì stemmi nelle sue opere, e quello presente nell’opera inedita verrà comparato e discusso unitamente ad altri visibili in opere già note.
– Nesi dottor Alessandro
Laureato in lettere con indirizzo di Storia dell’arte moderna presso l’Università degli Studi di Firenze, dottore di ricerca in Storia e conservazione dei beni culturali presso quella di Macerata, ha realizzato saggi dedicati a pittori e scultori dei secoli XVI-XIX, pubblicati a partire dal 1989 su pù riviste. É autore di libri, e ha contribuito a volumi di atti di convegni e ad opere miscellanee. Ha preso parte all’allestimento di mostre, e redige cataloghi.
ore 12.30 – Gli stemmi dei podestà di Buggiano: censimento e schedatura
Lo studio censisce gli stemmi presenti nel palazzo dei podestà di Buggiano, cittadina periferica in provincia di Pistoia, sconosciuto ai classici ambiti turistici ma araldicamente rilevante. Tra esterno e interno si conta un centinaio di stemmi di podestà, catalogati ognuno in una scheda scientifica dal contenuto fisico/oggettivo, araldico e architettonico. Oltre a dare uno status dell’insieme, funzionale a futuri restauri, lo studio ne ribadisce l’importanza nell’ambito del panorama araldico nazionale.
– Gianchecchi dottor architetto Filippo
Laureato in architettura con una tesi sul palazzo vicariale di Certaldo, nella cui appendice ha schedato e censito gli oltre trecento stemmi lì conservati. Da allora s’è appassionato all’araldica, stringendo contatti con araldisti e partecipando a visite guidate araldiche, una delle quali ha contribuito a realizzare nella sua Certaldo. Nel 2006 l’arch. Barbara Giannessi gli suggerisce uno studio sugli stemmi del palazzo pretorio di Buggiano, da lui svolto con Maurizio Carlo Alberto Gorra (aih) e presentato al 2° Convegno internazionale sull’araldica.
ore 12.45 – La frontiera di mare: stemmi di comunità, famiglie e personaggi nelle chiese livornesi
Livorno, porta e frontiera del Granducato di Toscana sul Mediterraneo, esemplifica l’incontro e l’interazione tra comunità e personaggi di varie nazioni i quali, grazie alle note leggi livornine, transitarono o si stabilirono ivi per commercio. La loro araldica fa di Livorno un unicum in Toscana, peraltro ancora poco conosciuto e studiato. Con questa ricerca si intende portare alla luce tali resti araldici, sia quelli presenti nelle chiese e nel santuario di Montenero, che quelli ricostruibili dai documenti.
– Buonafalce dottoressa Ilaria (aih)
Storica dell’Arte, docente di Lettere negli istituti secondari, diplomata in Archivistica, paleografia e diplomatica, specializzata in Conservazione dei beni culturali e in Storia dell’Arte all’Università di Firenze. Membro associato dell’ Académie Internationale d’Héraldique e di vari comitati scientifici. Autrice di pubblicazioni araldiche e storico-artistiche, di storia delle arti minori, dell’artigianato artistico femminile e dell’araldica borghese-mercantile moderna. Scrive su riviste italiane ed estere.
ore 13.00 – Il leone di San Miniato nel corso dei secoli
Analisi storico-araldica dello stemma di San Miniato, località che, trovandosi in Toscana, era una marca del Sacro Romano Impero, intesa quale zona confinaria del Regnum Italiae. Divenuta città imperiale con Federico II, poi “libero comune”, quindi terra contesa tra Firenze e Pisa, infine città nobile.
– Fiaschi Ufficiale Michele
Vive a San Miniato ed è cultore di araldica dal 1990. Perito araldico, è particolarmente specializzato in araldica civica.
ore 13.15 – pausa pranzo
Quarta parte – Italianità e fugacità (modera Filippo Gianchecchi)
ore 14.45 – Monumenti sepolcrali e iscrizioni funerarie della Sicilia medievale. Adrano (Catania), il sepolcro di Francesco Mayorca
La riscoperta delle antichità di Adrano costituisce una novità dal punto di vista dello studio dell’araldica secolare. Dopo un excursus delle tipologie sepolcrali con stemmi della Sicilia medievale, si illustrano e contestualizzano i sepolcri delle famiglie nobili locali: un posto di rilievo assume il sepolcro Mayorca, il cui studio apporta novità sulle relazioni tra l’entroterra etneo, le Baleari e la Toscana, ma anche con le rotte mercantili che dalla costa si spingevano verso l’interno.
– Distefano professor Salvatore
Laureato in Lettere Classiche presso l’Università di Catania (1986), ha completato gli studi a Milano conseguendo il Diploma di Specializzazione in Archeologia e Storia dell’Arte Antica e Medievale (1992). Ha partecipato a numerosi scavi in Sicilia, Basilicata, Grecia, Turchia. È socio di numerose Accademie e Istituti di Ricerca, si interessa di storia della Sicilia antica e medievale, e ha all’attivo un’articolata bibliografia.
ore 15.00 – Mileto capitale del contado normanno di Calabria. Armi di ‘frontiera’ tra passato e corretta perpetuazione identificativa: il rischio della perdita e distorsione del suo più antico patrimonio araldico
L’introduzione nelle problematiche peculiari dello stato attuale di una ‘periferia’ araldica come quella miletese pone in evidenza caratteri generali e specifici della realtà calabrese, accompagnata dalla necessità di ricostruire il perduto. La correttezza rappresentativa degli stemmi, e quella descrittiva del blasone, hanno un ruolo chiave per salvare la peculiarità del patrimonio araldico del castrum medievale e della città ricostruita, in un luogo cospicuo per la genesi e fondazione del Regno e le famiglie patrizie che ne hanno composto lo spazio araldico nobiliare in seguito alla creazione della capitale del contado normanno di Calabria.
– Sarlo avvocato Gregorio JD PhD(Int.) Lic Dcho
Cavaliere d’Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta della Ven. Lingua d’Italia, di storica famiglia calabrese originariamente normanna. Accademico, giurista, storico, araldista e genealogista, consultore araldico, nonché National & International Strategy Business Lawyer. Docente a contratto e membro del Dipartimento di Diritto Privato Comparato dell’Istituto Utriusque Jure della Pontificia Università Lateranense. Esperto di diritto nobiliare, di diritto melitense e storia del diritto melitense (già consultore di S.E. il Ven. Balì fra’ Ludwig Hoffmann von Rumerstein, Gran Commendatore del SMOM per la Riforma della Carta Costituzionale e del Codice Melitense [2015-2017]). Esperto e studioso di araldica melitense, di processi nobiliari, particolarmente nel diritto pubblico melitense (genesi, norme, usi ed evoluzione), nonché già consultore araldico del Ven. Gran Priorato di Roma del SMOM (2015-2016); studioso e ricercatore a carattere interdisciplinare, specializzato nella storia medievale normanna nel Meridione. Membro d’onore della Confraternita dei Sette Dolori di Maria di Elchingen (abbazia imperiale benedettina, diocesi di Augsburg, Baviera, Germania).
ore 15.15 – Alla periferia geografica dell’Impero. Riflessioni sui prodromi della cultura araldica nel Mezzogiorno normanno-svevo
Lo studio rientra in una ricerca condotta sul Mezzogiorno italiano, “frontiera” araldica mai considerata a sé, e verte sugli ambiti in cui sono impiegate le prime insegne, sia politico-istituzionali che territoriali, soffermandosi sulla portata semantico-simbolica di figure e smalti. La cronologia esaminata va dal XII secolo fino a metà XIII, quando iniziano ad essere attestati nelle altre regioni d’Europa stemmi propriamente detti e già codificati secondo regole e gusti diffusi ed omogenei.
– Celentano dottor Roberto / Franco dottor Alfredo
Celentano: avvocato, studioso di storia istituzionale e sociale del Mezzogiorno, con particolare attenzione all’evoluzione dei ceti dominanti tra medioevo ed età moderna, coltiva da decenni gli studi araldici, con pubblicazione di saggi.
Franco: docente, ha svolto attività di ricerca universitaria in settori di Storia medievale e di Paleografia latina e Diplomatica. Cultore di storia dell’ambiente e delle istituzioni con particolare riferimento al Regno di Sicilia, s’interessa da decenni agli aspetti dell’araldica più tangenti alla storia della mentalità medievale.
ore 15.30 – Agraldica: l’araldica civica nelle città di fondazione dell’Agro Pontino
Finora, la ricerca araldica non è stata considerata quale strumento per la comprensione delle città di Latina, Aprilia e i comuni di Sabaudia e Pontinia. Il saggio intende colmare la lacuna, analizzando la dimensione simbolica e iconografica degli stemmi delle città di fondazione su cui si è riverberata l’influenza artistica e culturale del futurismo e del razionalismo, e dimostrando come essi sintetizzino le peculiarità di questi centri concepiti ex novo, secondo un preciso progetto politico.
– Rossi dottor Antonio
Specialista in più campi dell’informatica, con un trascorso nei Reparti Speciali del Corpo della Guardia di Finanza. L’araldica è passione giovanile che lo ha condotto a pubblicare saggi sull’araldica civica e l’iconografia delle “città di fondazione” nell’Agro Pontino, sua terra d’origine. Iscritto all’Albo dei Giornalisti, ha realizzato il progetto “PontiniaLEGO” per promuovere il valore dell’architettura razionalista del Novecento con le costruzioni Lego, premiato dalla Regione Lazio.
ore 15.45 – Una frontiera dell’araldica: il sistema napoleonico. Genesi, evoluzione, esempi
Lo svolgimento prenderà in esame questo sistema araldico border line che ebbe durata effimera, contenuti algidamente concettuosi e genesi discutibile, quest’ultima anche dal punto di vista giuridico, oltre che dal fatto di essere sorta sulle ceneri (sia concettuali che materiali) nelle quali riteneva di aver ridotto la pregressa tradizione araldica secolare e che, invece, ebbe subito a ripristinarsi alla caduta del Bonaparte.
– Borgia dottor professor Luigi (AIH)
Funzionario ministeriale in quiescenza, decano degli araldisti italiani e massimo esperto nostrano della materia, nato a Roma nel 1941 da antica famiglia napoletana. Ha seguito la carriera direttivi degli Archivi di Stato ad Arezzo, Firenze (dove tuttora collabora alla docenza nella Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica), Macerata, infine ancora Arezzo. Ha eseguito ed esegue ampie ricerche di argomento araldico, sigillografico, genealogico, di diritto nobiliare. Ha partecipato a numerose mostre. Ha preso parte a convegni e a giornate di studio in Italia e all’estero, di norma come relatore. Ha svolto un’ampia ricerca sugli esemplari araldici monumentali esistenti in Roma. É stato uno degli esperti in materia storico-araldico-nobiliare del Corpo della Nobiltà Italiana. É cavaliere e commendatore di più Ordini, socio di oltre venti Istituti di Cultura ed altre Istituzioni non soltanto italiane, e guardia d’onore alle Reali Tombe del Pantheon. É membro del Comitato Scientifico di più progetti editoriali. Nel 2006 è stato insignito dal Presidente della Repubblica Italiana del Diploma di Seconda Classe con Medaglia d’Argento ai Benemeriti della Cultura e dell’Arte per i servizi resi in favore della cultura italiana.
Ore 16.00 – discussioni
Quinta parte – Esempi antichi e d’oltremare (modera Maurizio Carlo Alberto Gorra)
ore 16.15 – “Per division fatto vermiglio”, nuove luci sui meccanismi di inversione e variazione dei colori negli stemmi di comuni, parti politiche e magistrature nelle province ai confini dell’impero nella seconda metà del Duecento
È tradizione che i comuni ghibellini, ispirandosi alla Reichsfahne, usassero la croce bianca in campo rosso, mentre i guelfi avevano la stessa figura con colori opposti. Dante spiega come il nuovo governo di Popolo mutò i colori dell’insegna fiorentina invertendone i colori, e rendendola com’è tuttora. Una fonte guelfa in esilio conferma che il mutare dei colori aveva chiaro significato politico, cosa ribadita anche dai dati statistici sui comuni delle due opposte tradizioni.
– Favini Vieri (aih) / Turchi Michele
Favini: classe 1971, da venticinque anni si occupa di censire e classificare elementi di araldica impersonale dell’Italia centrale da fonti antiche di carattere monumentale, sigillografico e documentale. Parte di questo ricco patrimonio è stato pubblicato in più riprese dal 1998 al 2015, oltre a testi curati assieme a studiosi quali Conti e Savorelli.
Turchi: classe 1954, ricercatore e divulgatore di storia e tradizioni locali con pubblicazioni e articoli in riviste e siti web, studia araldica da tempi recenti, curando in particolare le fonti di quella civica e soprattutto toscana. È membro del Gruppo Italiano di Araldica Civica e del Centro Italiano Studi Vessillologici (CISV).
ore 16.30 – Contro i ‘trombetti’ letterati. Imprese private ai margini dei taccuini leonardiani
Si analizzano alcuni disegni in margine ai Codici H e M di Leonardo da Vinci, identificati come schizzi di imprese, finora considerati abbozzi di difficile interpretazione e spesso ignorati in favore di altre realizzazioni vinciane. Dalla loro analisi emerge una fonte, gli Apologi di Leon Battista Alberti, ispiratrice di imprese sul tema dell’insoddisfazione artistica. Qui esse danno modo a Leonardo di scagliarsi contro i letterati ‘trombetti’, copisti ignari della vera conoscenza basata sull’esperienza.
– Cirnigliaro dottoressa Giuditta
Consegue nel 2018 un Ph.D. in Italian Studies with a concentration in Art History presso Rutgers University (NJ), dopo la laurea in Lettere presso l’Università degli Studi di Milano, quella in Arti Visive presso l’Accademia di Brera, e un Master alla Glasgow School of Arts. É ricercatrice presso l’Università di Roma Tre, dove prosegue la sua ricerca sulle favole e gli emblemi di Leonardo, e collabora con istituzioni accademiche e museali a progetti in ambito di Digital Humanities.
ore 16.45 – Bandiere/frontiere. L’araldica nei portolani del Trecento
I portolani medievali sono tra i documenti più singolari dell’araldica del tempo. Gli studiosi di cartografia hanno erroneamente interpretato il ruolo dell’araldica in questi manufatti, considerandola un fenomeno soltanto decorativo o un ausilio tecnico ai naviganti. L’approssimata conoscenza degli stemmi ha causato errori d’identificazione e lettura di questa rete di segni che visualizza un confine, inteso anche come separatore tra noto e ignoto, e confine semantico tra aree geoculturali diverse.
– Savorelli dottor professor Alessandro (AIH)
Già ricercatore presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, membro dell’Académie Internationale d’Héraldique, della Società araldica svizzera e del Centro italiano di studi vessillologici, collabora a riviste ed è autore di saggi, volumi, edizioni di stemmari, studi di carattere metodologico e sull’epoca medievale. Da anni studia complessi araldici legati a particolari contesti artistici e storico-politici o culturali. Ha partecipato ad alcuni redesign di araldica pubblica.
ore 17.00 – El escudo como mapa: la representación simbólica de Pátzcuaro (México) en el siglo XVI
En 1553 Carlos V concedió a Pátzcuaro un escudo de armas en el que se representaban elementos de su geografía. Con esta merced, la ciudad reafirmó sus privilegios como cabecera de provincia sobre los vecinos de Tzintzuntzan y sobre Valladolid, fundada en 1541, las cuales le disputaban el título. La concesión significó un medio para asegurar poder sobre sus vecinas. Se exploran los elementos que componen el escudo de armas y su uso en la disputa por el control de la provincia.
– Pulido Echeveste dottoressa Mónica
Licenciada en historia por la Universidad Michoacana de San Nicolás de Hidalgo. Maestra y doctora en historia del arte en el área de arte de los virreinatos. Profesora de tiempo completo de la Licenciatura en Historia del Arte. Candidata al Sistema Nacional de Investigadores. Ha publicado varios artículos. Sus investigaciónes se centran en los imaginarios urbanos de las ciudades novohispanas en los aspectos de escudos de armas, imágenes patronales y memoria fundacional.
ore 17.15 – discussioni
Sesta parte – Esempi internazionali (modera Filippo Gianchecchi)
ore 17.30 – Araldica semi-coloniale italiana: gli stemmi del Possedimento italiano dell’Egeo e di Rodi e i segni identificativi delle altre isole
Si tratterà sia degli stemmi concessi – con due regi decreti 1º luglio 1937 – al Possedimento Italiano dell’Egeo e alla città di Rodi (quest’ultimo già in uso precedentemente alla concessione stessa), che degli emblemi ideati per le restanti isole facenti parte del Possedimento. Si esaminerà anche il loro rapporto con il regime fascista allora al potere e con la cultura greca, le variazioni nel loro uso e la loro diffusione.
– Giovinazzo Giovanni
Autore di diverse pubblicazioni, in collaborazione anche con altri studiosi, su libri, riviste e siti web: fra tutte spicca quella con il sito http://www.araldicacivica.it/ per il quale ha curato varie schede su stemmi territoriali italiani. Partecipa a convegni, con relazioni inerenti a tematiche sia civiche che del Meridione d’Italia.
ore 17.45 – I provvedimenti araldici a favore delle colonie italiane in Africa nelle carte della Consulta araldica
Le carte della Consulta araldica del Regno riflettono vicende e strategie italiane dall’età liberale al regime fascista. Se ne documentano il ruolo nei procedimenti per le colonie (stemmi di Tripolitania, Cirenaica, Eritrea e Somalia, nonché Tripoli, Bengasi, Massaua, Asmara e Mogadiscio), le relazioni propedeutiche alla loro definizione, l’iter dei decreti di concessione a Amara, Galla e Sidama, Harar, Scioa e di uno stemma imperiale, e il carteggio per una nuova foggia della corona di colonia.
– Greco dottoressa Simona
Ha conseguito la laurea in scienze politiche, il dottorato in geografia storica per la valorizzazione del patrimonio storico ambientale, la specializzazione in beni archivistici e librari. Autrice di più lavori, ha curato gli archivi del Corpo Forestale dello Stato e ha avuto un ruolo operativo presso l’Ufficio storico dell’Arma dei Carabinieri; tuttora è funzionario dell’Archivio centrale dello Stato, già responsabile di conservazione e restauro e del fondo Presidenza del Consiglio dei Ministri, odierno direttore della sala araldica e raccolte speciali.
ore 18.00 – Africa: periferia araldica d’Europa? L’araldica in Africa e l’araldica africana
Dopo una panoramica dell’araldica in Africa (intesa come periferia rispetto al centro della tematica, l’Europa), si discutono le ragioni del fenomeno araldico in Africa, comparando le esperienze di alcuni paesi (Sud Africa, Congo RDC, Mozambico) per far risaltare differenze e similitudini in termini di stemmi con il passato coloniale. Si illustrano infine le caratteristiche dell’araldica africana o africanizzata, portando all’attenzione alcuni elementi specifici del fenomeno nel continente.
– Ruà dottor Savino
Nato in provincia di Torino, da dieci anni abita e lavora nel campo tributario/fiscale a Bruxelles presso la Commissione europea. Ha studiato tematiche di genere internazionale all’Università di Torino e a quella di Tampere in Finlandia. É interessato all’araldica, soprattutto ai suoi usi contemporanei. É iscritto alla Heraldry Society di Londra da inizio 2019. Altri suoi interessi spaziano dalla Divina Commedia, alla lingua cinese e all’antropologia.
ore 18.15 – Emblemas heráldicos distintivos en la heráldica española y en los antiguos territorios de la Corona de Aragón
La heráldica se empezó a desarrollar en el siglo XII en todo el ámbito europeo occidental. Parece ser que se inició en las regiones colindantes con el canal de la Mancha: de ahí se fue extendiendo por Europa. En el siglo XII en España comenzamos a encontrar los primeros emblemas de lo que puede llamarse heráldica. Cada país y región tiene sus peculiaridades propias: en España hay una serie de emblemas figuras que son muy características, y en la Corona de Aragón, también.
– Darna Galobart dottoressa Leticia (AIH)
Durante muchos años me he dedicado a estudiar la heráldica de los obispos de Barcelona. Siendo el tema de mi tesis doctoral, en el 2016 lo publique en un libro desde la Real Academia Matritense de Heráldica y Genealogia, de la cuál soy miembro correspondente.
ore 18.30 – Una committenza di Goffredo I di Charny, il “cavaliere della Sindone”, in Santa Maria del Casale
Si analizza una serie di stemmi, rimasta finora anonima, affrescata in S. Maria del Casale a Brindisi e forse pertinenti a Goffredo I di Charny (1344-1346), francese ritenuto primo possessore della Sindone, e ai suoi compagni. Situata all’estrema periferia del regno di Napoli, e ancor oggi ai margini degli studi di settore, la chiesa è uno dei siti più originali dell’araldica medievale del Meridione, vanto di Brindisi a sua volta confine fra Est e Ovest.
– Semeraro Marcello
Studioso di araldica e sigillografia, ha all’attivo vari articoli e saggi sull’argomento, alcuni dei quali pubblicati su riviste. Vanta collaborazioni con studiosi quali Savorelli, Borgia, Lavagne e Nicolotti. Con riferimento all’araldica medievale di Terra d’Otranto, ha fornito consulenze anche ad alcuni archeologi dell’Università del Salento. Relatore in numerosi convegni, collabora con forum della materia, e presenta un saggio pubblicato a fine estate dalla “Rivista di storia della Chiesa in Italia”.
– Blasoni della repubblica di Ragusa (ora detta Dubrovnik)
Cipriani Carlo Cetteo
(solo lettura da parte del Comitato scientifico)
ore 18.45 – discussioni e saluti
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Organizzato da: Filippo Gianchecchi, Barbara Giannessi e Maurizio Carlo Alberto Gorra, sotto gli auspici dell’Associazione Culturale Buggiano Castello e con il patrocinio morale e scientifico di: Académie Internationale d’Héraldique, Centro Studi Araldici, Comune di Buggiano
Comitato scientifico: Comitato scientifico:
Presidente:
Borgia dr. prof. Luigi (Académie internationale d’heráldique)
Componenti:
Buonafalce dr. Ilaria (storico dell’arte, Académie internationale d’heráldique)
Coppola dr. Raffaele (rettore Centro Studi Araldici)
Gianchecchi dr. Filippo (architetto)
Giannessi dr. Barbara (architetto)
Gorra Maurizio Carlo Alberto (Académie internationale d’heráldique)
Sartor dr. Giorgio Giulio (grafico, araldista)
Segatto dr. Filiberto (Associazione Culturale Buggiano Castello)
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